Michele D'Aquila

Michele D'Aquila

Il filo non è l'universo della leggerezza, dello spazio, del sorriso. È un mestiere. Sobrio, rude, scoraggiante. E chi non è pronto a dare tutto, non può diventare funambolo
Philippe Petit

Michele D'Aquila scopre la passione per il teatro al liceo, frequentando un laboratorio con il regista Pietro Arrigoni. Si laurea al DAMS di Padova e dal 2014 insegna teatro. Lavora fra le province di Brescia e Bergamo come attore, regista e drammaturgo, collaborando con diverse compagnie e associazioni culturali del territorio. Si occupa anche di pedagogia teatrale, conducendo laboratori per adulti e bambini. Con il suo spettacolo “Where Is My Soul?” viene inserito nella sezione “Mentor Room” del Premio delle Arti Lidia Petroni 2018 (Brescia), è finalista al Premio Ermo Colle 2019 (Parma) e ha ottenuto una menzione speciale nella categoria “Corpo-Confine” al festival Le Voci dell’Anima 2021 (Rimini).

Michela D’Aquila è docente dei corsi di teatro dell’area Arte, Musica e Creatività del Centro San Clemente.

Faccio teatro perché mi diverte: a teatro realtà e immaginazione possono coesistere. Una scatola può diventare un’auto, un razzo spaziale o il tavolo di un bar, ma non cessa di essere una scatola. Il teatro ti offre la possibilità di vedere le cose da un altro punto di vista e insegnare teatro mi fa crescere, mi arricchisce, mi nutre e mi rende felice.

Perché una persona dovrebbe frequentare il tuo corso di teatro?
La risposta più scontata, che fa riferimento alle funzioni educative e aggregative del teatro, sarebbe: per imparare ad ascoltare e ad ascoltarsi; per avere maggiore consapevolezza di sé, del proprio corpo e dello spazio in cui si muove. Ma, senza nulla togliere a tali ragioni, ne aggiungerei altre, più evanescenti e forse più profonde: per scoprire il valore dell'inutile, dell'invisibile, dell'inspiegabile. Per ritrovare il piacere del gioco. Mi piacerebbe trasmettere la gioia della scoperta; dell'immaginare infiniti mondi possibili e del provare a dare corpo e voce a questi mondi, anche solo per un istante. Del concedersi un momento di libertà assoluta in cui potersi esprimere e, attraverso il gioco, cercare la propria voce.

Che canzone hai sempre in testa?
"Tender" dei Blur. Il titolo di un’opera d’arte che ti emoziona. "Il Ponte Sospeso tra le Province di Hida e Ettchu" di Katsushika Hokusai.

Quali sono le tre cose che porteresti con te su un’isola deserta?
Carta e penna, un cuscino e un coltello.

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